Abieris e Abis
Beyond a Drop of Honey
di Greca N. Meloni
Sinossi del film
Luigi, Romano e Yuri da oltre 40 anni si dedicano all’apicoltura in Sardegna, rispettivamente ad Ales, nell’area vicino al Monte Arci, e a Uta, attorno al Monte Arcosu. La scelta di operare nello stesso luogo in cui hanno vissuto i loro nonni testimonia lo stretto legame con il territorio percepito come spazio abitato, custode della memoria degli antenati. Lavorare con le api rappresenta un sistema per mantenere un legame con il passato e con la tradizione.
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I gesti, gli odori, il ronzio delle api si alternano alle riflessioni degli apicoltori, al racconto della loro visione dell’apicoltura. Attraverso le parole del prof. Ignazio Floris e di Piero Comandini, consigliere della Regione Autonoma della Sardegna e promotore della legge sull’apicoltura, il film offre l’opportunità di riflettere sul significato del termine biodiversità e sul concetto di specie autoctone.
Ne emerge uno sguardo sulla dimensione politico-culturale del comparto apistico sardo e sui conflitti che derivano dalla contrapposizione tra le forme di sapere basate sul contatto diretto con il mondo naturale, e i piani di gestione del territorio sviluppati nell’ambito del sapere tecnico-scientifico.
Note di regia
Il film riassume i risultati del primo anno e mezzo circa dell’indagine etnografica che conduco nell’ambito del dottorato di ricerca in antropologia culturale all’Università di Vienna finanziato dall'Accademia austrica delle scienze e in collaborazione con il Laboratorio di Etnografia Visuale-LEV dell’Università di Cagliari.
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Quando, nel 2016, insieme all'antropologo Francesco Bachis abbiamo iniziato le riprese, la mia idea di apicoltura era molto diversa. Se da un lato il fatto di essere nata in una famiglia di apicoltori mi ha agevolato nell'accesso al mondo dell’apicoltura, non solo per i contatti, ma anche per il mio posizionamento in apiario, dall’altro lato la mia visione dell’apicoltura era certamente influenzata dal rapporto con mio padre, Romano. Fare ricerca in questo campo e decidere di includere mio padre e mio zio nell’indagine, non è stata una scelta facile. È stato soprattutto l’incontro con Luigi Manias ad avermi permesso di ampliare le mie vedute dell’apicoltura sarda. Luigi e mio padre non si conoscevano quando sono stata ad Ales per la prima volta. Nel suo laboratorio/archivio mi ha introdotto alla dimensione politico-culturale dell’apicoltura sarda, raccontandomi della sua storia, della storia dei suoi nonni, ma del lungo lavoro culturale promosso dall’associazione Apiaresos, di cui è segretario.
Fondamentale è stata la disponibilità a partecipare da parte del prof. Ignazio Floris e del dott. Franco Buffa, che mi hanno accolto all’Università di Sassari e mi hanno aiutato a capire meglio il loro ruolo di mediatori tra la comunità di apicoltori e le Istituzioni regionali.
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Nel film si intrecciano numerosi piani narrativi composti dalla eterogeneità dei materiali audiovisivi: la dimensione sensoriale dell’apicoltura, fatta di gesti, profumi, odori e del ronzio delle api; la forte territorialità e il senso di appartenenza espresso dagli apicoltori; la dimensione politica e il contesto globale in cui si inserisce l’apicoltura sarda all’interno dei piani di gestione del territorio e della tutela della biodiversità sarda.
Infine, nel film ho volutamente omesso l’aspetto più strettamente legato al miele, alla sua lavorazione nei laboratori e alla sua vendita. Questo mi ha permesso di concentrarmi meglio sul rapporto uomo ape e sul valore e sul significato del fare apicoltura in Sardegna oggi.