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L'albero degli Arborea amico delle api

di Luigi Manias




Spontaneo in gran parte delle regioni mediterranee, il sorbo raggiunge anche i 20 m. e con le sue foglie imparipennate, i fiori bianchi e rosa riuniti in grappoli corimbi formi, ha sembianze elegantissime. Secondo il Ricciardelli d’Albore di modico apporto pollinifero per le api ritiene però, come gran parte delle Rosacee alla cui famiglia appartiene, avere una qualche rilevanza per le risorse nettarifere.


Pianta ormai rara ha una particolare valenza simbolica per i sardi, poiché l’albero diradicato, simbolo araldico proprio della famiglia catalana dei Cervera, venne acquisito come insegna statale dell’Arborea nel 1157 a seguito del matrimonio di Barisone I con Agalbursa figlia di Poncio de Cervera e di Ugo dei Bas fratello di Agalbursa con Ispella de Serra figlia di Barisone. In catalano cervera, o servera, significa sorbo o albero di sorbe.


Mercoledì 12 agosto 2015 si è accasciato, dopo aver subito nel settembre del 1993 l’oltraggio del fuoco che lo aveva ridotto ad annerito e spettrale ligneo scheletro, logorato dalle forze della natura per oltre un trentennio, eroso dall’incessante lavorio delle formiche, l’albero degli Arborea: il sorbo dell’apiario di Marraconi. Verina Olla, classe 1923, la mia maestra d’apicoltura, lo ha sempre conosciuto e io ricordo bambino i grappoli di sorbe che venivano posti a chiudere, nobile suggello, la sommità di un cestino colmo di frutta.



Proprio nel 2015 - non so neanche io per quale ragione - ne avevo meditato il taglio; ma subito dissuaso da un amico che, saggiamente, ne elogiava le capacità contenitive per il muro di cinta dove alloggiava, ormai non più tanto stabile.

I rinsecchiti rami terminali del suo allampanato e riarso profilo hanno ospitato frequenti rapaci, dissuasori naturali dei gruccioni. Pensavo allora che una sua caduta sarebbe stata rovinosa per gli alveari frontalieri.


Era un sincero amico delle api.

Ha avuto grazia e accortezza di lambirli, quegli alveari, delicatamente. Abbiamo raccolto le sue spoglie e adagiato vicino agli alveari, rigettando una ignobile prassi consumistica che lo vorrebbe affettato e combusto.


C’è un piccolo erede, nato dalle propaggini del capostipite, che alimenta la speranza.


Luigi Manias




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