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Il Creatore di Mieli

Aggiornamento: 17 apr 2018

di Fausto Delegà



Nel gergo del vino c'è una parola che viene spesso usata. É legata ad una figura centrale nelle dinamiche di questo alimento per umani, una figura che oggi in Italia è incarnata in un amico famoso in tutto il mondo. La figura è il Winemaker il creatore di vini, l'amico è Roberto Cipresso, un vero maestro del settore. Nei suoi libri Roberto spiega e racconta benissimo del suo lavoro con maestria, poesia ed arte. Qualche anno fa, proprio da diversi incontri pubblici e privati avuti con Roberto, ho iniziato a pensare ed a concretizzare un'idea che da tempo mi era sbocciata come un fiore tra le idee, e mai verbo potrebbe essere più adatto. Nasce così un’analoga figura protagonista di un altro panorama tra i “creatori” di cibi. Nasce l'Honeymaker: il creatore di mieli.


"L'apicoltore come Honeymaker, creatore di mieli."

Il creatore di mieli, come farebbe un creatore di vini ― Honeymaker- Winemaker ― ricerca ricerca, annusa anche con il cuore, individua vera biodiversità, si muove con la passione, ascolta il ritmo della terra, i suoni di un luogo. Su quel luogo poi l’Honeymaker non pianta viti ma porta le proprie api, i propri “Super-organismi Sciame” ed affida loro le proprie intuizioni, i propri senti-menti, le proprie sens-azioni. Questo affidamento viene fatto con la massima fiducia nella loro capacità come strani super organismi di lettura del respiro della terra, nella loro sensibilità rispetto alla traduzione dei canti dei fiori e degli alberi in mieli, dote che l'Honeymaker riconosce agli sciami d'api che operano in un terroir edafico e umano. Il luogo viene scelto con attenzione, studio, ricerca, sopralluoghi, lunghi ascolti fatti “camminando la terra”, come avrebbe detto il geniale Veronelli.

Questa premessa, nella quale non mi voglio dilungare, per raccontarvi di due creazioni di mieli che io e la amica apicoltrice austriaca Hildegard Burgstaller, ricercatrice in agricoltura e botanica alla Università di Vienna , stiamo portando a compimento nel nostro concetto di Landschaftshonig, Mieli di Paesaggio. La pratica della professione complessa , dolce e profonda di Homeymakers.



Se nel bel mezzo della immensa pianura pannonica austriaca vedeste innalzarsi colline strane e se da quelle colline nascessero pietre tufacee che hanno fatto la storia di Vienna, essendo materia portante dei suoi più bei palazzi e chiese, e se infine qualcuno vi spiegasse che quelle colline erano, milioni di anni fa, un Rift oceanico che le ha plasmate quale idea potrebbe illuminarvi?


Se poi un anziano e umanamente immenso professore in Botanica della Università di Vienna vi spiegasse, in una intera giornata passata a scarpinare insieme tra querce e pulsatilla, che quella zona è un unicum botanico nel vasto Burgenland ai confini con l’Ungheria, una zona dei cosiddetti “Prati Secchi" , rari cosa immaginereste? E se sentiste sul posto il mare che ancora pulsa sotto i vostri piedi? E se sapeste che le vostre api potrebbero scoperchiare i segreti edibili di salso e di dolce di quel luogo cosa fareste?



Io e Hildegard capimmo subito cosa fare: portare le nostre famiglie di api sul Rift oceanico pannonico preistorico, dove strane essenze prosperavano e lasciar fare a loro quello che da sempre sanno fare: tradurre per noi il linguaggio di quei suoli mediato dalle essenze vegetali viventi che nel vecchio oceano, oggi scomparso, hanno messo radici. E così abbiamo fatto. Così videro la luce e poi nacquero al buio dell’alveare i Mieli delle pietre di mareStein Meer Honig ― che avevano ed hanno ancora oggi dentro di loro il ritmo dell'oceano che esplode ogni mattina nella colazione di molti austriaci.

Questo luogo magico è anche da diversi anni luogo di arte e letteratura.




Altro luogo, altra storia.


Vicino Vienna vi è un bosco magico, verde, silenzioso, ispirante, che rapisce. Non ha rapito solo me e mia moglie, ma molti anni fa in quello stesso luogo passava gran parte delle sue giornate viennesi Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, Baviera, conosciuta universalmente in Austria con il nome di Sissi, storpiatura fatta dal marito Francesco Giuseppe del nomignolo Lisi, diminutivo di Elisabeth, non Sissi come erroneamente diffuso dai vari film legati al personaggio.


Ossessionata dal culto della propria bellezza, Elisabetta concentrava tutte le proprie energie nel tentativo di conservarsi giovane, bella e magra. Negli anni settanta e ottanta gli impegni di corte non trovavano spazio nella giornata dell'Imperatrice.

Secondo le cronache, Elisabetta era alta 1 metro e 72 e pesava 50 kg, aveva capelli castani folti e lunghissimi, che sciolti le arrivavano alle caviglie. Quasi tre ore occorrevano quotidianamente per vestirsi, poiché gli abiti le venivano quasi sempre cuciti addosso per far risaltare al massimo la snellezza del corpo. La sola allacciatura del busto, utile a ottenere il suo famoso vitino da vespa, richiedeva spesso un'ora di sforzi. Il lavaggio dei capelli era eseguito ogni tre settimane con una mistura di cognac e uova e richiedeva un'intera giornata, durante la quale l'Imperatrice non tollerava di essere disturbata. Altre tre ore erano dedicate ai capelli, che venivano intrecciati da Fanny Angerer, ex parrucchiera del Burgtheater di Vienna.

Elisabetta era impegnata per il resto della giornata con la scherma, l'equitazione e la ginnastica (a tal scopo, aveva fatto allestire in tutti i palazzi in cui soggiornava delle palestre attrezzate con pesi, sbarra e anelli). Costringeva inoltre la propria dama di corte a seguirla durante interminabili e forsennate passeggiate quotidiane.

Queste passeggiate, insieme ad estive nuotate nel laghetto naturale posto vicino alla residenza imperiale, avvenivano in un luogo viennese sede della prestigiosa Hermes Villa, la più vissuta abitazione viennese della Imperatrice. Questo luogo è oggi la Riserva Naturale del Lainzer Tiergarten alla estrema periferia sud ovest di Vienna.





Un grandissimo terroir di mieli e area ambitissima per produrli. Ma la Riserva del Lainzer e riserva totale e limitata alla concessione di sole tre postazioni al suo interno per poter gestire apiari. La missione per avere il permesso sembrava quasi impossibile. Ma la fortuna e il destino a volte sembrano darsi la mano e la nostra domanda di portare le nostre api in questo paradiso venne accolta con nostro stupore quasi immediatamente. Uno dei tre apicoltori, detentori esclusivi dei luoghi dedicati agli apiari del Lainzer, proprio pochi giorni prima della nostra domanda aveva recesso dal contratto. Un segno? Si, certamente un segno.


Cogliemmo al volo questa immensa fortuna e da attenti Honeymakers demmo il via alla nascita di un progetto da tempo meditato: chiedere alle api i mieli unici del Lainzer. Il loro nome fu Titania Honig, i "Mieli di Titania". Perché?

Ricordate in Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare (1595), Titania era la regina delle fate. Insieme ad Oberon protettrice dei talami nuziali. Tra loro liti, dispetti e il loro dissidio sconvolge la natura e le stagioni. Ora vi riporto una lettera originale di Sissi a molti sconosciuta.

"Cara anima del futuro!
Ti affido questi scritti. Il grande maestro che li ha ispirati mi ha suggerito anche cosa farne: potranno essere pubblicati solo quando saranno trascorsi sessant'anni a partire dal 1890 ed i proventi dovranno essere impiegati per aiutare i perseguitati politici e i loro familiari bisognosi.
Anche fra sessant'anni, la felicità e la pace ovvero la libertà continueranno infatti a non essere di casa su questo nostro piccolo pianeta così come non lo sono state ai miei tempi. Forse lo saranno un giorno in un mondo diverso. Oggi non sono in grado di dirlo, forse però quando leggerai queste righe…
Un saluto di cuore. Ti sento vicino,
Titania
P.S.: scritta nel 1890, in piena estate, sul treno speciale che fischia e corre veloce"

Sissi, l’Imperatrice, firmava tutte le sue lettere private agli amici più cari con il nome di Titania perché amava maniacalmente il dramma shakespeariano “Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, in cui la protagonista è appunto Titania la regina delle fate.

Gli scritti di Elisabetta, nonostante il suo volere, furono pubblicati soltanto nel 1980 grazie alla scrittrice Brigitte Hamann che abbe il permesso di pubblicarli. Ora vi ho detto tutto. A voi la conclusione.



Così nascono nuovi mieli. I progetti degli “api-cultori-editori”. Editori speciali dei libri che il sole scrive sulla terra. Attendiamo con pazienza e amore la scrittura delle api.


Fausto Delegà



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